Immaginate l’ippocampo come un archivista del cervello, situato nel cervello limbico. Questo piccolo ma potente strumento è fondamentale per formare e richiamare i ricordi, specialmente quelli legati a fatti e eventi. Pensate a quando cercate di ricordare il nome di un vecchio compagno di scuola o il percorso per arrivare a un luogo visitato anni fa; è l’ippocampo che entra in gioco, aiutandovi a navigare in queste memorie a lungo termine.
Ippocampo ed emozione
Ora, parliamo di emozioni. L’ippocampo non lavora da solo; collabora strettamente con l’amigdala, il centro delle emozioni del cervello. Questa partnership spiega perché i ricordi legati a emozioni intense, come la gioia di un compleanno sorpresa o la tristezza di un addio, rimangono impressi nella nostra memoria. Nel neuromarketing, questo significa che le pubblicità che toccano le corde giuste emotivamente hanno maggiori probabilità di essere memorizzate.
Pensate a uno spot televisivo di Natale, con una famiglia che si riunisce: i sorrisi, gli abbracci, le risate. Queste immagini cariche di emozioni attivano l’ippocampo, creando ricordi che possono influenzare le decisioni d’acquisto dei consumatori quando vedono quel prodotto in negozio.
Codifica e consolidamento dei ricordi
La formazione della memoria è un processo in due fasi: prima c’è la codifica, dove le percezioni diventano ricordi. Poi viene il consolidamento, dove questi ricordi vengono immagazzinati a lungo termine. Questo processo è come quando imparate una nuova ricetta: prima la studiate (codifica), poi, con il tempo, la memorizzate (consolidamento).
Prendiamo un annuncio interattivo online per un nuovo smartphone. L’utente apprende le sue funzioni, e queste informazioni vengono inizialmente memorizzate dall’ippocampo. Con il tempo, queste informazioni si consolidano, rendendo il ricordo del telefono più durevole.
Plasticità sinaptica ed apprendimento
L’ippocampo è come una palestra per i neuroni; grazie alla sua plasticità sinaptica, i collegamenti tra i neuroni si rafforzano o si indeboliscono in risposta all’apprendimento e alla memorizzazione. Quindi, le pubblicità che colpiscono spesso e nel modo giusto possono “pompare i muscoli” delle sinapsi, rendendo il messaggio più memorabile.
Immaginate un annuncio per un marchio di caffè che appare su diversi canali media. Ogni esposizione è come un allenamento per l’ippocampo, rendendo il nome del marchio e l’immagine del prodotto più facili da richiamare nella memoria dei consumatori.
Ripetizione e rilevanza nel marketing
La chiave qui è la ripetizione, ma deve essere fatta nel modo giusto. Ripetere troppo o in modo inappropriato può essere controproducente. Inoltre, il contenuto deve essere rilevante per il consumatore; solo allora l’ippocampo codificherà efficacemente il messaggio.
Pensate a un annuncio per un libro di cucina mostrato durante un programma di cucina. La ripetizione dell’annuncio in un contesto pertinente rende il messaggio più memorabile per i telespettatori appassionati di cucina.
Ti ricordi questo spot?
Gli spot natalizi della Coca-Cola degli anni ’80 rappresentano un’eccellente dimostrazione di come l’ippocampo lavori nell’elaborazione emotiva e nella creazione di ricordi duraturi, anche in assenza di un prodotto visivamente in primo piano. In particolare, lo spot del 1983, con la sua canzone “Vorrei cantare insieme a voi”, basata sulla famosa “I’d like to teach the world to sing”, ha trasmesso un messaggio di fratellanza e integrazione globale.
Invece di mettere in risalto la bevanda, questo spot mostrava un gruppo di giovani di diverse nazionalità, seduti su una collina e cantando insieme, tenendo in mano delle candele. Nonostante le pubblicità fossero spesso viste come interruzioni indesiderate, questo particolare spot era atteso con piacere, diventando quasi un simbolo dell’arrivo del Natale.
La capacità di questo spot di evocare sensazioni di unità, speranza e festività ne ha fatto non solo un eccezionale pezzo di marketing, ma anche un ricordo caro e persistente nella memoria collettiva. Questo esempio dimostra l’abilità unica dell’ippocampo di legare fortemente i ricordi emotivi a un marchio, anche quando il prodotto non è esplicitamente in mostra, ma è rappresentato attraverso valori e sentimenti condivisi.
Per sintetizzare
L’ippocampo gioca un ruolo critico nel neuromarketing. Capire come funziona può aiutare chi fa il nostro mestiere (il marketer) a sviluppare strategie efficaci per catturare l’attenzione e creare ricordi duraturi per il target. Questa conoscenza, combinata con un approccio etico, può trasformare un semplice annuncio in un’esperienza memorabile per il consumatore.