Avete presente il film d’animazione della Pixar “Inside Out“? Ecco, questo progetto ha rivoluzionato la rappresentazione delle emozioni nel cinema. Questa pellicola non è solo un capolavoro d’intrattenimento, ma anche un caso di studio incredibile per comprendere il neuromarketing e i bias cognitivi.
Il contesto neuroscientifico di “Inside Out”
“Inside Out” segue le vicende di cinque emozioni personificate – Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto – che vivono nella mente di una ragazzina di nome Riley. Ogni emozione ha un ruolo specifico nella gestione delle reazioni e delle decisioni di Riley. Qui si intravede la prima lezione di neuromarketing: la centralità delle emozioni nel processo decisionale.
In termini neuroscientifici, il film rappresenta metaforicamente il funzionamento dei tre “cervelli”: il cervello rettiliano, responsabile delle funzioni di base come la sopravvivenza; il cervello limbico, sede delle emozioni; e la neocorteccia, responsabile del pensiero razionale.
Neuromarketing: emozioni e decisioni
Il neuromarketing studia proprio come le emozioni influenzano le decisioni di acquisto. Nel film, ogni emozione personificata gestisce diversi aspetti della vita di Riley, proprio come le emozioni influenzano diverse fasi del processo decisionale in un contesto di acquisto. Ad esempio, Gioia potrebbe essere associata al piacere derivante dall’acquisto di un prodotto desiderato, mentre la Rabbia potrebbe rappresentare la frustrazione di un’esperienza d’acquisto negativa.
Nel film, la complessa interazione tra le emozioni riflette la realtà del neuromarketing: non si tratta solo di singole emozioni, ma del modo in cui queste interagiscono e si influenzano a vicenda, creando un panorama emotivo che guida le decisioni di acquisto. Ad esempio, la combinazione di gioia e sorpresa può generare un forte desiderio per prodotti innovativi, mentre la combinazione di tristezza e nostalgia può spingere verso acquisti che evocano ricordi felici. Questa comprensione delle “emozioni composite” è fondamentale per creare strategie di marketing mirate e personalizzate.
Bias cognitivi e “Inside Out”
I bias cognitivi sono errori sistematici nel pensiero che influenzano le decisioni e i giudizi. “Inside Out” li illustra magistralmente. Per esempio, il bias della “risonanza emotiva” si verifica quando le emozioni attuali colorano i ricordi passati, un tema ricorrente nel film. Questo bias è fondamentale nel marketing, poiché le emozioni positive associate a un marchio possono influenzare ricordi e decisioni future.
“Inside Out” mette in luce anche il bias di autoservizio, dove le emozioni di Riley tendono a interpretare gli eventi in modo che favoriscano la loro visione del mondo. Questo è particolarmente rilevante nel neuromarketing, dove i consumatori spesso giustificano le loro scelte di acquisto per mantenere una certa immagine di sé o per aderire a una narrazione personale. Comprendere questi meccanismi può aiutare chi fa il nostro mestiere a creare campagne che arrivino dirette all’identità personale dei consumatori e con i loro bisogni di autoaffermazione.
Per rendere questi concetti più accessibili, possiamo pensare alle emozioni come ai “direttori” di un’orchestra (il cervello) che decide quale “musica” (decisione) suonare in base alle circostanze. Così come un direttore sceglie il brano adatto per ogni momento, il nostro cervello seleziona l’emozione giusta per guidare le nostre decisioni.
Per sintetizzare
“Inside Out” non è solo un film per ragazzi, ma una finestra sul mondo della neuroscienza e del neuromarketing. Offre una rappresentazione accessibile e profonda di come le emozioni guidano il comportamento umano, un’informazione preziosa per chi fa il nostro mestiere.
Attraverso la lente del neuromarketing, “Inside Out” si rivela non solo un’opera d’arte, ma anche un potente strumento didattico per comprendere meglio la mente umana e i processi decisionali.