Neuromarketing e memoria: come resistere nel tempo?

Immaginatevi svegliarvi ogni mattina e sentire il mondo in un modo leggermente diverso. Cosa mantiene la continuità della vostra identità? La risposta è la memoria. La memoria non è un videoregistratore fedele; è selettiva, emotiva e spesso distorta. 

Per catturare l’attenzione del consumatore, bisogna comprendere queste sfumature. Studi di Diana Tamir (ricercatrice nota per i suoi studi nel campo della psicologia cognitiva, specializzandosi in particolare su come le attività e le esperienze influenzino la memoria e l’attenzione) hanno mostrato che la memoria di un concerto può essere ridotta dall’uso di uno smartphone, poiché l’attenzione è divisa. In marketing, creare contenuti che richiedono un’attenzione intensa può essere una chiave per migliorare la memorizzazione.

Nell’ambito del neuromarketing, è essenziale comprendere come questi tre cervelli interagiscono per influenzare la memoria. 

  • Il cervello rettiliano, responsabile degli istinti di base, reagisce agli stimoli immediati, come un’immagine sorprendente o un suono inaspettato. 
  • Il cervello limbico, fulcro delle nostre emozioni, è coinvolto quando un messaggio suscita sentimenti forti, legando così il ricordo a un’emozione. 
  • Infine, la neocorteccia, che gestisce il pensiero razionale, aiuta a elaborare e conservare informazioni più complesse.

L’efficace combinazione di questi tre elementi può creare ricordi duraturi nei consumatori.

Emozioni: incollare i ricordi nella mente del consumatore

Le emozioni sono come super colla per i ricordi. Eventi carichi di emozioni si incollano nella nostra mente con una forza sorprendente. Pensate a un momento di gioia o paura intensa; è difficile dimenticarlo. Nel marketing, sfruttare questo aspetto emotivo può rendere un messaggio molto più memorabile. L’uso di parole cariche di emozioni, immagini potenti, o storie commoventi, può trasformare una semplice campagna in un ricordo indelebile.

Questa capacità di incollare i ricordi attraverso le emozioni è potenziata dall’interazione dei tre cervelli. Il cervello limbico, che elabora le emozioni, ha un ruolo centrale in questo processo. Tuttavia, il coinvolgimento del cervello rettiliano, che reagisce agli stimoli emotivi immediati, e della neocorteccia, che analizza e dà senso a queste emozioni, rende l’esperienza ancora più potente e memorabile.

Si può paragonare l’emozione a un magnete potente che attira e fissa i ricordi nella mente. Il cervello limbico agisce come questo magnete, catturando i momenti emotivi. Questo processo è supportato dal cervello rettiliano, che funge da ancoraggio immediato, simile alla calamita che si attacca istantaneamente a un frigorifero, e dalla neocorteccia, che è come una bacheca dove questi ricordi magnetizzati vengono organizzati e conservati a lungo termine.

L’impatto della musica sulla memoria nel marketing

La musica ha un’influenza profonda sulla memoria. Pensate alle canzoni che non riuscite a togliervi dalla testa, i cosiddetti earworms. Questi fenomeni dimostrano la capacità della musica di creare impressioni durature. Un jingle accattivante o un suono distintivo associato al brand può divenire un promemoria costante per il consumatore, rendendo il marchio quasi impossibile da dimenticare.

La musica è un esempio eccellente di come il neuromarketing possa stimolare tutti e tre i cervelli. Il ritmo e la melodia catturano l’attenzione istintiva del cervello rettiliano, le emozioni evocate dalla musica attivano il cervello limbico, e la neocorteccia aiuta a collegare queste esperienze musicali a ricordi e concetti più ampi, come un marchio o un prodotto.

La musica può essere vista come un fiume che scorre attraverso i tre cervelli. Inizia con il ritmo e la melodia (cervello rettiliano), che sono come le rapide che catturano la nostra attenzione immediata. Poi si muove attraverso le emozioni evocate (cervello limbico), come un tratto di fiume che scorre attraverso un paesaggio emotivamente ricco. Infine, si riversa nel mare della riflessione e dell’associazione (neocorteccia), dove le acque si calmano e si espandono, lasciando un’impressione duratura.

I 3 cervelli: emozioni, ragione e memoria

Collegando queste strategie ai 3 cervelli – il cervello rettiliano (istinti), il cervello limbico (emozioni) e la neocorteccia (ragionamento) – possiamo vedere come il neuromarketing si diriga a ogni livello dell’esperienza umana. 

  • Il cervello rettiliano risponde agli stimoli di base, come la musica o suoni familiari. 
  • Il cervello limbico è profondamente coinvolto nelle reazioni emotive, rendendo le tecniche basate sulle emozioni particolarmente efficaci. 
  • Infine, la neocorteccia elabora informazioni più complesse come le analogie, aiutando a creare collegamenti e memorie durature.

L’integrazione di strategie che coinvolgono tutti e tre i cervelli può significativamente aumentare l’impatto e la durata dei ricordi legati al marketing. Quando un marchio riesce a stimolare simultaneamente risposte istintive, emozionali e razionali, crea un’impressione molto più profonda e duratura nella mente del consumatore.

Per sintetizzare

In conclusione, il segreto di un marketing indimenticabile non sta solo nelle immagini accattivanti o nelle parole persuasive. È nascosto nelle profondità della mente umana, nel modo in cui processiamo e conserviamo le nostre esperienze.

Ma qui sorge una domanda: in un’epoca in cui siamo sommersi da informazioni, come possiamo assicurarci che il nostro messaggio non solo arrivi, ma rimanga nel tempo?

È forse il momento di guardare oltre le tecniche tradizionali e abbracciare pienamente i principi della neuroscienza per creare campagne che non solo catturino l’attenzione, ma diventino parte integrante della memoria collettiva.